Marocco e Zellij
Marocco e Zellij
Zellij in Marocco
In arabo zellij, significa “piccola pietra levigata”. Un mosaico i cui elementi o “tessere”, sono pezzi di terracotta colorata. Questi pezzi di terracotta invetriata vengono ritagliati uno ad uno con diverse forme e misure e assemblati su un letto di malta per formare un insieme geometrico. Lo zellij, è utilizzato principalmente per ornare muri o fontane, una componente caratteristica dell’architettura islamica del Nord Africa e della penisola iberica, originaria del Marocco fin dal X Secolo.
Inizialmente, gli zellij, vennero realizzati con sfumature di bianco e marrone. Nel XIV Secolo sotto la dinastia dei Merinidi, venne ampiamente usato in bellissime decorazioni con tipici colori come il verde e del giallo. Fez e Meknes rimangono i centri di questa arte. Nel XVI Secolo apparve la scuola di Tetouan, che praticava l’arte dello zellij con toni di verde, turchese, azzurro, giallo, marrone e bianco, il colore rosso fu utilizzato dal XVII Secolo.
Architettura con zellij
Lo zellij è un elemento dell’architettura arabo-andalusa, utilizzato per rivestire pareti o pavimenti. Nel tempo, le tecniche di produzione degli zellij, si sono adattate agli stili di decorazione contemporanei preservando un metodo di fabbricazione artigianale.
La prima fase, della produzione di zellij, è lo stampo dell’argilla (mzahri in arabo), seguita dalla calibrazione e l’asciugatura della piastrella formata, quindi la sua prima cottura. I quadrati, di circa 10 cm. per lato, vengono poi smaltati con i vari colori e rimessi in cottura. Le piastrelle ottenute, vengono poi tagliate secondo forme geometriche definite, che ne consentono l’incastro.
Artigiani zellij in Marocco
Il kassar, è l’artigiano incaricato di tagliare le piastrelle in tessere. Il suo attrezzo ben affilato si chiama manqach. Dopo questo primo taglio, il passo successivo è il khallaçche, che consiste nello smussare i bordi delle tessere. In arabo, l’artigiano che sviluppa i motivi geometrici, in alcuni casi anche complessi, è chiamato mâalem.
Il mâalem Alaoui, verso la metà del XX Secolo, ha rivoluzionato la tecnica di posa delle zellij. La terracotta decorativa, non si limitava più a spazi sacri o intimi, ma decorava anche monumenti pubblici.
Il sistema immaginato dal mâalem ha consentito un’installazione più rapida e solida. Le tessere non erano più adagiate una ad una sulle pareti ma in pannelli interi.
Innovazione della produzione
Hadj Hassan, ha ideato una fontana a muro con i maestri ceramisti di Fez, fissando la terracotta su resine flessibili per alleggerire i pannelli.
Quando i fregi sono asciutti, Hadj Hassan li conserva sotto forma di rotoli.
Questa innovazione ha facilitato lo stoccaggio, evitato rotture durante il trasporto e l’adattamento dei pannelli flessibili a qualsiasi superficie da decorare.
Zelilij, moda e arte
Gli zellij, sono stati utilizzati come modello da abili ricamatrici per creare stupendi ed eleganti modelli di djellaba, caftani, arricchiti da eleganti e vivaci motivi geometrici.
Nella pittura, Matisse iniziò la sua collezione di piastrelle nasride e produsse le sue prime gouaches ritagliate. I nasridi sono i principi andalusi che vivevano a Granada nel XIV Secolo e gli zellij di Fez sono gli eredi della terracotta nasride.
Pittori marocchini o stranieri hanno integrato l’intarsio di terracotta nelle loro opere.
Visitare il Marocco, arricchirà il tuo sapere sull’arte islamico-andalusa e sulla bravura degli artigiani marocchini.
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