Chellah di Rabat
Chellah di Rabat
Chellah di Rabat, parte del Patrimonio mondiale UNESCO, è la misteriosa Necropoli Merinide, costruita sulle rovine dell’antica città romana di Sala Colonia nel XIII secolo.
La necropoli è sovente chiamata dalle guide “Sito più romantico del Marocco”, situata lungo le rive del fiume Bouregreg.
La scoperta della Chellah di Rabat.
Chellah, distrutta dal terremoto del 1755 rimase preda di saccheggiatori, per lungo tempo.
Fu nel 1913 che ma due amanti del sito, Jules Borély, successore di Tranchant de Lunel al servizio delle belle arti e dei monumenti storici del Marocco e la principessa egiziana Khadidja Riaz bey.
I ricercatori, nel 1929, riportarono alla luce, all’interno della necropoli dei Merinidi, il cortile centrale della “madrassa” nonché gli antichi resti romani di Sala Colonia.
Il Sito Archeologico è ora protetto dalle autorità marocchine, che hanno saputo cogliere tutto l’interesse storico e turistico del luogo.
Circondato da un’urbanizzazione invasiva, è comunque lontano dalle costruzioni dei moderni quartieri di Youssoufia e Souissi.
La storia di Chellah.
Fu il primo sultano merinide Abu Youssef Yakoub che scelse proprio questo luogo e decise di costruire una moschea in mezzo alle rovine di Sala.
Nel luogo, sono presenti le tombe del sultano, morto nel 1286, della moglie e di quattro dei suoi successori.
Il sultano Abu Al-Hasan, dopo aver conquistato tutto il Nord Africa, decise nel 1339 di costruire un vero e proprio complesso funerario.
Costruì le imponenti mura che circondano la “città dei morti” sulle fondamenta delle mura romane.
Perforò queste mura con la famosa “porta ottagonale” attraverso la quale si entra.
Al centro di questa necropoli, rimangono solo alcune sezioni del muro della “Zaouia“, moschea e scuola coranica con un centro di alloggio per pellegrini e studenti.
Secondo alcuni studiosi, la Zaouia, avrebbe potuto essere ancora più lussuosa della medersa di Fez, costruita con gli stessi principi architettonici.
La stele di marmo bianco di Abu Al-Hasan e quella di sua moglie, Chams Al-Doha, “Sole del mattino”, una cristiana che si convertì all’Islam, sono situate nella Zouia, attualmente in restauro, presso Museo di Storia e Civiltà (ex museo archeologico).
I resti di Abu Al Hassan furono trasferiti dalla regione di Marrakech nel 1352 dal suo successore Abu Inan.
La mistica Chellah.
Gli anziani dicono che il Profeta dell’Islam, Mohammed, amava fare le sue preghiere i questo mistico luogo.
Chams Al-Doha, soprannominata Lalla Chellah, è ancora oggetto di un vero e proprio culto in tutto il Marocco: la gente viene ancora a rendere omaggio alla sua tomba quasi otto secoli dopo la sua morte.
Dal minareto sotto le kubbas, le tombe dei santi, conducono verso lo stagno dell’anguilla, che dovrebbe assicurare la fertilità alle donne.
Secondo la leggenda, il bacino è alimentato da una sorgente miracolosa, la Sorgente dei Cannoni, dove vive un pesce coperto di squame dorate.
Visita di Chellah di Rabat.
Dopo aver attraversato la famosa “porta ottagonale”, molto ben restaurata e le mura erette dal sultano Abu al-Hasan Ali, si percorre un piacevole sentiero lastricato fiancheggiato da alberi di varie specie e fiori profumati.
In primavera, il sito in piena fioritura è semplicemente magico.
All’imbrunire, lo scenario è spettacolare, persino impressionante, ed è facile capire perché questo luogo è fonte di mistero e leggenda.
Nella stagione giusta, si potranno vedere e sentire le cicogne con il loro sferragliare di becchi.
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Informazioni e immagini tratte da:
Rabat de Lyautey à Mohammed VI portail de Rabat, tourisme, histoire et culture (Rabat da Lyautey a Mohammed VI Portale Rabat, turismo, storia e cultura) http://www.rabat-maroc.net