Abbigliamento in Marocco: Kaftan e Jallaba
Nell’abbigliamento tradizionale in Marocco, troviamo il Kaftan e la Jallaba.
I Kaftan o Qaftan, sono lunghi e spesso larghi, diritti o leggermente incrociati, con maniche lunghe o semilunghe, senza colletto né cappuccio e aperti al centro,
per tutta la loro lunghezza, con o senza bottoni.
Tuttavia, ogni nazione o popolo che ha integrato il kaftan nel proprio patrimonio di abbigliamento, gli ha dato il proprio tocco in termini di taglio, tessuti, colori, ricami, ornamenti e motivi.
Abbigliamento in Marocco: il Kaftan
In Marocco, il kaftan è molto antico e profondamente radicato nelle abitudini di abbigliamento del paese.
Sotto l’Inquisizione spagnola, il regno moresco di Granada scomparve, spingendo i suoi artigiani ad attraversare lo stretto di Gibilterra, per rifugiarsi in Marocco.
A Fez o Rabat, il loro know-how arabo-andaluso, si mescola poi alle tradizioni berbere, per fondare una nuova estetica, all’origine dell’odierno kaftan marocchino.
Nel corso del tempo, e fino ad oggi, il kaftan è molto popolare in Marocco, trasmettendo le tradizioni e i colori delle diverse città.
Principalmente indossato nelle occasioni speciali, il kaftan, viene esplorato da un buon numero di designer marocchini che lo impreziosiscono con ricami fantasiosi, giocando su maniche in diverse forme e sulle dimensioni della mdammate, cintura marocchina.
Kaftan da uomo
mdammate, cintura marocchina.
Se poi volete fare gli esperti del vestiario tipico marocchino, occhio a conoscere bene la differenza tra djellaba e kaftan.
Gli indumenti si somigliano parecchio, ma il cappuccio è l’elemento che segna il divario sostanziale tra i due.
Quest’ultimo, infatti, è presente nella djallaba.
Abbigliamento in Marocco: la djallaba
La jallaba o djallaba: una tunica tradizionale marocchina lunga fino ai piedi e dotata di un cappuccio utile per ripararsi da sole, vento e sabbia.
L’abbigliamento completo prevede che venga indossata sopra a una camicia di tela e ai “serwal”, i pantaloni che rimangono ampi sui fianchi e si stringono sulle caviglie.
Capita spesso di vedere la djellaba accompagnata dal fez, un copricapo di colore rosso, e da babbucce gialle.
La jallaba, è indossata da uomini, donne, giovani e anziani e in tutte le zone del paese.
La djallaba, era l’abito prediletto da Lawrence d’Arabia nelle sue scorribande, a dorso di dromedario, durante la rivolta araba contro l’Impero ottomano durante la prima guerra mondiale.
Tradizionalmente, le djallaba sono fatte di lana in diverse forme e colori, ma ora sono diventate popolari anche leggere in cotone.
Tra i berberi o Amazigh, il colore di una djellaba indica tradizionalmente lo stato civile del portatore: una djallaba marrone scuro indica lo stato di celibe.
Di solito arrivavano fino a terra, ma le più leggere sono un po’ più sottili e corte.
Gli uomini spesso indossano una jallaba di colore chiaro a volte insieme a un tradizionale cappello rosso chiamato fez e morbide pantofole gialle babouche (balgha in arabo) per celebrazioni religiose e matrimoni.
Quasi tutte le djallaba, maschili o femminili, includono un cappuccio largo chiamato qob (in arabo: قب), che si chiude a punta nella parte posteriore.
Il cappuccio è importante per entrambi i sessi, poiché protegge chi lo indossa dal sole ed è utilizzato come difesa contro la sabbia, durante i forti venti del deserto.
Nei climi più freddi e sulle montagne, svolge anche la stessa funzione di un cappello invernale, proteggendo la testa e il viso da neve e pioggia.
A volte, capiterà di vedere che lo spazioso cappuccio, sia utilizzato come tasca o borsa, inserendovi cose personali o pagnotte di pane etc.